IL PALAZZO DEI VESCOVI a cura di Sonia Damiano
Papa Giulio II della Rovere erigeva la Diocesi di Saluzzo il 29 ottobre 1511, elevando il borgo a Città, in virtù delle azioni di politica religiosa dei marchesi Ludovico II e Margherita di Foix. Il Palazzo dei Vescovi sorse a partire dal 1517 su di un palinsesto di strutture preesistenti acquistate sotto l’episcopato di Giuliano Tornabuoni, comprendenti al piano terreno la chiesa di San Sebastiano fondata nel 1403, e rimase dimora e sede della Curia sino agli anni Ottanta del XX secolo. Il complesso raggiunse la sua unitarietà nel 1575 per volere di mons. Giovanni Maria Tapparelli, come denuncia la decorazione tardo manierista della facciata prospiciente via Volta (detta anche dei portici scuri). La dimora venne riplasmata nel primo decennio del Settecento per iniziativa di mons. Carlo Giuseppe Morozzo, ricordato nello stemma marmoreo sul prospetto interno del cortile d’onore: i documenti attestano il gusto personale del prelato nell’allestimento degli ambienti, con il ricorso a tappezzerie in seta andate perdute. Con l’istituzione del Museo Diocesano, l’1 settembre 2011, e l’iscrizione all’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani (A.M.E.I.), gli ambienti del piano nobile hanno iniziato ad accogliere collezioni permanenti ed eventi espositivi di arte antica e contemporanea. L’assetto attuale delle sale, denominate secondo l’antico cerimoniale e valorizzate dal restauro ultimato per le celebrazioni dei cinquecento anni della Diocesi, è quello assunto a partire dal 1834 con i lavori affidati dal vescovo Antonio Podestà all’architetto saluzzese Michele Borda, impegnato nella realizzazione dello scalone cui si accede da via Maghelona 7, e sostanzialmente cristallizzato nei testimoniali di stato del 1903. Il Salone degli Stemmi, dal soffitto a cassettoni seicentesco, venne affrescato da Giovanni Gallotti nel 1885, riprendendo le serie di armi gentilizie dei prelati saluzzesi nelle stesure di XVII e XVIII secolo. La Cappella di San Sebastiano al piano nobile ebbe funzione di luogo di culto estivo, in uso tra marzo e ottobre: stante le condizioni microclimatiche, è stata scelta dal dicembre 2018 in via sperimentale come ricovero temporaneo del polittico di Celle di Macra di Hans Clemer. Fulcro del percorso di visita, assunse la conformazione attuale presumibilmente sotto l’episcopato di Nicolao Lepori (1668-1686). La decorazione che oggi la caratterizza si deve al pittore decoratore Gilardini e risale al 1857. La Cappella rimase in uso sino agli anni Ottanta per la celebrazione eucaristica, per la recita del breviario e del rosario; ancora mons. Egidio Luigi Lanzo, vescovo sino al 1973, vi conferiva gli ordini sacri. L’altare in essa riallestito reca lo stemma del vescovo Alfonso Buglioni di Monale. Tra le opere più importanti qui custodite spiccano per qualità il reliquiario fiammingo donato nel 1642 da Cristina di Francia alla Collegiata di Revello, per custodirvi le reliquie di san Costanzo, e, parimenti dalla Collegiata di Revello, la croce processionale di orafo franco-piemontese, databile tra XV e XVI secolo. Nel sacello è inoltre depositata la croce d’altare da Pratavecchia di Dronero, recante incastonato al suo interno un raro smalto trecentesco raffigurante il Volto di Cristo. Nella stanza che ebbe la denominazione di Ufficio Nuovo del Vescovo, oltre alla quadreria dei Seminari, una citazione particolare merita il presepio genovese e napoletano dalla chiesa parrocchiale di Cardè, mirabile nucleo di statuine databili tra Sette e Ottocento, in legno e terracotta dipinti, vetro, abiti e monili antichi. Stante la natura di luogo per la conservazione e l’esposizione dei beni culturali della Diocesi, dal 2013, nelle due maniche del secondo piano, il Palazzo ha accolto la Biblioteca Diocesana Saluzzo, iscritta al SiBEP (Sistema Biblioteche Ecclesiastiche Piemonte). Parte degli ambienti che la compongono dovettero coincidere con il granaio tenuto dal Capitolo nel palazzo vescovile, documentato nell’ultimo quarto del Seicento. L’istituto culturale ospita il patrimonio librario dei tre seminari storici di Saluzzo. La Biblioteca del Seminario San Nicola – trasferita da via San Nicola al Palazzo dei Vescovi –, riflette la sua composita costituzione. Il Seminario vescovile San Nicola è storicamente il terzo dei seminari di Saluzzo: dopo vari infruttuosi tentativi di istituzione, l’iniziativa fu assunta dapprima dal Capitolo della Cattedrale, successivamente da un abate-vicario generale, infine (dal 1817) dai vescovi stessi. La Biblioteca del Seminario, in quasi 250 anni complessivi di vita attiva – dalle origini del primo seminario nel 1732 alla dismissione del San Nicola nel 1976 –, si è arricchita di volumi preziosi per qualità, antichità e numero. Il patrimonio librario dei tre seminari storici comprende anche volumi provenienti occasionalmente dalle biblioteche di vescovi diocesani, del Capitolo della Cattedrale, degli Ordini religiosi della città e del territorio (passando per le raccolte librarie dei Gesuiti e delle Missioni cappuccine di Saluzzo e delle valli, sino alla Biblioteca nuova di Staffarda); è infine divenuta luogo di deposito del patrimonio librario delle biblioteche parrocchiali a rischio dispersione.

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